10 criteri per un co-living sano e consapevole
Se sei un promotore del co-living, questo è l’articolo giusto per te!
Le continue emergenze che stiamo vivendo in questi ultimi anni caratterizzati dalla pandemia da Covid19 hanno comportato stravolgimenti sia di tipo socio-economico sia di tipo culturale e tutti i settori produttivi ne hanno subito le conseguenze.
Le conseguenze della pandemia per il settore immobiliare
Il settore immobiliare e in particolare quello che fa capo alla residenza condivisa, si è comunque dimostrato tenace rispetto ad altri distretti lavorativi tanto che la domanda di alloggi da parte di giovani lavoratori e di studenti fuori sede non ha risentito tanto delle difficoltà del momento ed ha mantenuto gli standard precedenti con previsioni future improntate sulla crescita.
Questo non significa però che le abitudini e gli stili di vita e quindi la coabitazione non abbiano risentito di un nuovo modo di porsi rispetto agli altri o vi sia stato il rivoluzionamento di regole che prima erano automatiche e a volte disattese, mentre oggi devono essere rispettate da tutti e con molta attenzione perché si possa coabitare in perfetta armonia migliorando i valori su cui è fondato il co-living.
Ad esempio, tutti gli accorgimenti utili messi in atto a salvaguardia della salute di tutti gli inquilini consentono di proseguire la vita in coabitazione, con i vantaggi che ne derivano dovendo tutti impegnarsi a fare la propria parte.
In fondo i giovani oramai di una certa età non troveranno difficoltà a cambiare comportamenti mirati ad evitare rischi per la salute propria e dei coinquilini, come la continua igienizzazione delle aree comuni, ma anche della propria stanza o le superfici come tavole e scrivanie, o mantenere la distanza di sicurezza fisica oppure ancora essere informati su nuovi dispositivi e disposizioni.
Ma cosa significa, quindi, co-living sano e consapevole?
In tale contesto le agenzie che si occupano di co-living tendono sempre a fornire dei validi aiuti ai loro inquilini tali da far affrontare la vita in coabitazione con serenità e fiducia anche in momenti difficoltosi come quelli che viviamo.
Il Co-living così come lo si intende è dunque condivisione della casa e degli spazi dedicati al lavoro del singolo coinquilino ma è altrettanto importante la condivisione della vita che ognuno fa all’interno dell’alloggio.
Insomma è una nuova realtà che affascina e condividere la vita è il metodo migliore per la gestione del tempo e degli spazi, nonché delle passioni che ognuno nutre, ma anche dei problemi che si creano perché vengano fatti propri e risolti con il contributo di tutti.
Certamente è qualcosa che rasenta il romanticismo, eppure è un modello che sta prendendo piede sempre di più e gli osservatori che studiano questo modello di esperienza condivisa sono ottimisti sulla sua riuscita e ne descrivono le caratteristiche di distinzione dagli altri modi di coabitare.
Dove si attua il co-living?
Il co-living di solito è attuato in case che possono contenere dai 3 ai 6 inquilini, ognuno di essi cura la gestione di una camera, ma passano le loro giornate condividendo tutte le aree della residenza.
Questa tipologia abitativa è certamente coinvolgente per tutti gli abitanti della casa, porta a scambi delle proprie emozioni e del proprio modo di pensare e arricchisce culturalmente tutti gli inquilini, perché le esperienze di ognuno diventino esperienze di tutti, cosicché si crei un supporto naturale tra le persone che non rimangano mai sole anche nei momenti di difficoltà.
I pro del co-living
I rapporti si fortificano anche durante le attività comuni come essere in cucina e preparare i cibi per tutti, ove tutti si impegnano, ognuno mettendo a disposizione le proprie peculiarità e il proprio bagaglio di conoscenze culinarie; in soggiorno a vedere e tifare tutti insieme per le squadre del cuore o accendere sane discussioni se si tifa per squadre diverse;
In tali contesti a volte come da tradizione anglosassone vi è quello che gli inglesi chiamano “Homers”, che sono le guide di questa micro comunità, sono le persone che in un certo senso facilitano la convivenza.
In co-living è molto importante creare eventi e momenti tali da rendere la casa aperta, cioè non chiusa in sé stessa ma capace di vivere e far vivere la comunità aprendosi a nuovi rapporti anche con altre strutture e con altre culture.
Regole per un co-living sano e consapevole al tempo della pandemia
Come sopra accennato, la vita in condivisione è l’ideale per poter affrontare insieme momenti tristi e difficili.
Ma la coscienza di ognuno e l’esatta cognizione del rispetto delle regole è fondamentale per una vita serena ed armoniosa; pertanto, di seguito, si riportano i 10 criteri basilari per un co-living sano e consapevole per questo periodo di emergenza pandemica.
1) Seguire tutte le indicazioni e le disposizioni sanitarie che regolano la vita in comunità e tenersi sempre aggiornati sulle nuove direttive.
2) Mantenere sempre areate, pulite e sanificate le stanze personali.
3) Non ricevere subito nuovi ospiti nelle vostre stanze.
4) Mantenere sempre la distanza fisica di un metro tra coinquilini.
5) Organizzare delle turnazioni per l’utilizzo delle zone comuni, con tempi congruenti perché tutti usufruiscano della zona e possano averne accesso, ad esempio la cucina.
6) Pulire diligentemente e con cura la cucina dopo l’uso, rimuovendo tutti i residui e igienizzando tutte le superfici. Usare obbligatoriamente posate e stoviglie personali.
7) Mantenere pulite, igienizzate e sanificate tutte le zone comuni, tutte le superfici toccate da tutti e di frequente come maniglie, telecomando TV corrimani ecc.
8) Pulire obbligatoriamente il bagno comune dopo ogni uso, igienizzare le superfici e conservare la biancheria personale nella propria stanza.
9) Utilizzare la lavatrice con un lavaggio per ogni inquilino per i propri capi e indumenti.
10) Eliminare giornalmente e se è il caso più volte al giorno i rifiuti personali come fazzoletti, panni di pulizia; confinateli in sacchetti usa e getta.